Yoga e collo tra corpo e mente

 

Le tensioni e dolori al collo sono veramente diffuse oggi.

Certo non è sempre sempice capirne la provenienza, ma con un po di ascolto e indagine, anche avvalendosi di figure professionali, possiamo comprendere e guarire.

 

Le vertebre cervicali sono 7.

Si tratta di ossa che sostengono la testa e che ci permettono di compiere movimenti di flesso/estensione, flessione laterale e rotazione del capo.

Tra di loro sono presenti i dischi intervertebrali, cuscinetti fibrocartilaginei che consentono alle vertebre di non urtare una contro l’altra e di attenuare eventuali traumi.

In Anatomia, la prima vertebra cervicale, per mezzo della quale la colonna vertebrale si articola col cranio,

è chiamata Atlante dal nome del gigante della mitologia greca, di cui si diceva che reggesse sulle spalle il mondo.

Di fatto le vertebre cervicali mettono in collegamento la testa e il tronco.

Dunque potremmo dire che attraverso di esse avviene il

passaggio delle idee e la loro trasformazione in azioni.

Eccessi di tensione muscolare possono causare mal di testa, soprattutto alla sera, dopo aver sovracarico lavorativo e posture scorrette.

Inoltre, secondo il Sistema dei Chakra su cui si fondano anche la Disciplina Yoga e gli Asana, la zona cervicale è associata al quinto Chakra, Vishuddha.

 

In questi termini, disturbi e rigidità alla zona cervicale potrebbero indicare una difficoltà nell’esprimere le nostre verità, l’incapacità di dire sinceramente “Sì” o “No”

e persino il disagio di sentir gravare “sulle proprie spalle” pesi insostenibili.

Sul piano strettamente anatomico, il dolore cervicale è dovuto molto spesso a problemi muscolari, in particolare a contratture localizzate a livello di collo e spalle.

 

Secondo la filosofia dello Yoga esistiamo su diversi piani, diversi involucri che rivestono il nostro Se più profondo.

Nessun piano è scollegato dall’altro, tutto dialoga, tutto interagisce.

Il nostro corpo fisico è spesso il risultato di un piano emozionale, mentale, energetico….è come noi interagiamo con la vita.

Ti potrebbe essere utile provare a comprendere la tua rigidità, ascoltarla, capire qual è il messaggio dietro a quella tensione, che altro non è il modo di comunicare del tuo corpo.

Questi sono alcuni spunti per riflettere:

 

Le problematiche relative a questa zona delle colonna ci indicano una rigidità posturale e psicologica che si correla alla mancanza di flessibilità mentale e emotiva.

Il dolore nella sua manifestazione come segno o messaggio del nostro io interiore, o della nostra anima,

ci vuole trasmettere una lezione che è quella di divenire più flessibili nell’accettare noi stessi e gli altri.

Rimanere immobili nelle nostre posizioni e fissi nel nostro punto di vista, focalizzando solo ciò che a noi sembra giusto e reale,

è un peccato di orgoglio che non fa che rafforzare la nostra parte egoica.

 

Dolore al collo: compare nelle persone che vivono uno stato di inflessibilità, rigidità, severità e autodisciplina.

Cerca di lasciare andare questa severità: la vita è un gioco, passa del tempo con i bambini e gli animali, in natura ricordati della bellezza della vita.

 

Cervicale: chi soffre ripetutamente di questo particolare dolore tende ad essere dominato da un’attività riflessiva esagerata e da una grande ostinazione.

Segnali, questi, che rivelano una scarsa cedevolezza nei confronti delle proprie emozioni, del desiderio di lasciarsi andare, di abbandonarsi.

Rappresenta anche la nostra impazienza, ossia l’incapacità di saper osservare e muoversi a 360° e quindi rivolgere lo sguardo verso destra e sinistra.

Possono essere scontati, ma fa sempre bene ricordare

qualche piccolo consiglio per aiutare la zona del collo.

 

 

Quando si porta la borsa su una sola spalla, si ha una maggior attivazione muscolare del trapezio sul quale è presente la tracolla della borsa confrontandolo

con quello controlaterale senza borsa.

Portare la borsa invece su entrambe le spalle, (zaino), è la condizione migliore per ridurre l’attività muscolare spinale che può, a sua volta, ridurre episodi di mal di schiena e dolori al collo.

Il sintomo dunque è un messaggio che se non ascoltato si farà sempre più forte, più frequente, fino a quando, se ignorato,

conduce ad una modifica effettiva della postura che poi sarà difficile scardinare e rieducare.

Se proprio non riuscite a fare mai a meno della vostra borsa, quantomeno sforzatevi di passarla da una spalla all’altra di frequente.

Portate il minimo indispensabile con voi perché il peso, se pur proviate a distribuirlo, è sempre negativo per il fisico e la postura.

 

Mentre utilizziamo smartphone e tablet restiamo con il collo in posizione flessa per parecchio tempo.

La postura ideale per leggere su telefonini e altri dispositivi sarebbe posizionarli all’altezza degli occhi

ma la tendenza generale è quella di tenere il telefonino posizionato più in basso rispetto al volto, così il collo si sporge in avanti e il mento è molto vicino al petto.

Più in basso è il telefonino, maggiore è la flessione del collo e maggiore è lo sforzo muscolare.

Stare “chinati” sul telefonino, è come portare un bambino normopeso di 8 anni sulle spalle, ovvero se l’inclinazione è pari a 60 gradi è come portare un peso di 27 kg.

Per altri gradi di flessione la situazione migliora di poco, con un’inclinazione di 45 gradi il peso è ridotto a 22 kg

e se l’angolo è di 30 gradi il peso è pari a 18 kg.

Questa zavorra virtuale è sostenuta dai muscoli del tratto cervicale e dai trapezi.

 

 

Guarda l’orizzonte, gli stupendi panorami

Guarda avanti

Guarda verso il tuo obbiettivo

Non fare cadere lo sguardo verso il basso, il tuo collo ti ringrazierà

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